Abbiamo scritto un programma molto lungo: ci vorrà una vita per realizzarlo
Per noi la felicità a volte è davvero dietro l’angolo ed è scritto nel tuo destino che la dovrai trovare quando meno la cerchi.
Gianluca e Umberto hanno pochi anni di differenza: Gianluca ne ha quasi 44 e Umberto quasi 40. Ci siamo conosciuti per caso più di 10 anni fa. O meglio, il caso ci ha messi nello stesso posto, un bar qualunque, non un posto tematico, davanti a un bancone dove Umberto aveva appoggiato i suoi curriculum. Io, Gianluca, mosso dalla mia solita incontenibile curiosità, non ho potuto fare a meno di sbirciare e commentare, senza sapere, ovviamente, quale fosse l’orientamento del ragazzo che avevo di fronte. Per fortuna è un’informazione che possiamo ancora tenere per noi e decidere a chi e quando consegnare.
Sapevo solo che era molto carino e che gli piaceva la crostata con la marmellata chiara (e tuttora mangia solo quella!) Poi ho scoperto anche che era ancora uno “onesto dentro” come ce ne sono pochi. Lui ricorda un ragazzo robusto arrogante e pieno di sè, nascosto da enormi occhiali da sole a mascherina che facevano da filtro a chiunque si avvicinasse, una delle tante barriere a difesa delle nostre fragilità. Ma lui era riuscito in poche mosse a togliere quegli occhiali da sole. In cambio Gianluca dopo poche ore gli rubò con grande maleducazione un bacio. E non contento gliene rubò un secondo più intenso perchè non voleva che Umberto fuggisse.
Da lì, due anime destinate a fondersi, hanno iniziato a vedersi tutti i giorni, abitando a pochi isolati uno dall’altro. Sono scesi insieme nell’arena che affrontano tante persone, senza etichetta di razza, sesso, orientamento, etc: il lavoro, i soldi, le amicizie, le famiglie. Giorno dopo giorno, a turno abbiamo fatto ridere, piangere, arrabbiare, consolato, perdonare, difeso, amato con il cuore, amato con il corpo, rifatto il letto, lavato il bagno, spolverato in soggiorno, fatto la spesa, pagato le bollette, prenotato le vacanze, fatto il tifo agli esami, ai concorsi, compreso i silenzi e compreso gli sfoghi. Gianluca e Umberto, Umberto e Gianluca. Ognuno nella famiglia dell’altro con le nascite, le morti, le feste comandate, i litigi e i compiti dei nipoti. Che ci chiamano tutti “Zii” dal più piccolo, 3 anni, al più grande, 25. E nessuno si è mai scomposto o turbato. Né loro, né i vicini di casa, né i colleghi al lavoro, né i camerieri dei ristoranti, né i receptionist degli alberghi, né il direttore della banca, né gli operai che ci hanno ristrutturato casa. Perchè in fondo non c’è da scomporsi: la nostra vita è come quella di tanti altri ed è così che l’abbiamo sempre fatta vedere a tutti, senza mistero, senza ambiguità.
Certo, abbiamo lottato per avere quello che abbiamo oggi, per avere la normalità quasi completa (il nostro matrimonio a New York qui ancora non vale nulla). Abbiamo limato noi stessi e gli altri, cercato di spegnere le scintille prima di aver disinnescato le cariche di pregiudizi, di luoghi comuni, di diffidenze, di dolori, anche quelli, si! che spesso vengono fuori quando si porta una realtà diversa. Ma noi abbiamo scritto un programma ancora molto lungo: ci vorrà una vita per realizzarlo.
Giovanni Atena
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