Pappa, latte e asilo nido. La nuova vita di Nicola ed Emanuele.
Tommaso si sveglia alle sette e ogni tanto piange. Io, o il mio compagno Emanuele, gli prepariamo il latte. Poi lo vestiamo e lo accompagniamo al nido. Il nostro bambino ha quasi due anni ed è nato in Canada. Noi stiamo insieme da dieci anni e tre anni fa abbiamo deciso di allargare la nostra famiglia. Adottare un bambino in Italia è impossibile, così siamo andati in Canada dove il mio compagno ha fatto il dottorato. Lì una legge prevede la maternità surrogata. Tommaso è nato grazie a due donne: la donatrice dell’ovulo e Shauna che lo ha portato in grembo per nove mesi. Lei e la sua famiglia ci hanno ospitati in casa loro per un mese e mezzo. Siamo molto uniti. Alle nostre nozze erano tutti a festeggiare con noi, perché in Canada ci siamo anche sposati, “un matrimonio riparatore”. Il mio compagno mi aveva chiesto già alcune volte di diventare suo marito, ma io volevo che ci sposassimo in Italia. Un mese dopo la nascita di Tommaso ho pensato di fare una sorpresa a Emanuele organizzando le nozze in Canada.
I nostri genitori, i quattro nonni di Tommaso, abitano vicino a noi e ci aiutano tantissimo. All’inizio avevano dei dubbi. Dubbi che sono svaniti appena siamo scesi tutti e tre dall’aereo. Nostro figlio ha due passaporti. Su quello canadese ha due papà, ma alla frontiera italiana uno scompare. Anche se siamo giovani viviamo con la paura che succeda qualcosa al papà biologico e che nostro figlio sia allontanato dalla sua famiglia. Abbiamo portato Tommaso a fare delle visite di routine in ospedale. I medici ci informano tutti e due sulla sua salute. Per la legge non potrebbero farlo, ma lì noi siamo considerati i suoi papà. Non è importante chi dei due sia quello biologico. E lo stesso succede all’asilo. Quando uno qualunque di noi va a prendere Tommaso all’uscita, insegnanti e bambini gli dicono “è arrivato il tuo papà”. L’unico piccolo problema lo abbiamo avuto con due genitori cattolici neocatecumenali che chiedevano ai maestri di non raccontare che Tommaso ha due papà, ma non li hanno ascoltati. “Ai bambini diciamo la verità” è stata la loro risposta. Avevano anche chiesto di ritirare il libro “Piccolo uovo” che parla dei diversi tipi di famiglia, ma non è successo.
Avere un figlio è stata una gioia immensa. Volevo diventare papà sin da quando ero adolescente e il 2016 sarà di nuovo un anno importante per la nostra famiglia. Tommaso presto potrebbe avere una sorellina o un fratellino con cui giocare. Quando non avevamo figli non volevamo esporci. Ora siamo orgogliosi della nostra famiglia e siamo contenti di raccontare la nostra storia.
(Pubblicata su Il Ducato)
Andrea Perini
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